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Un romanzo che, grazie anche all'uso di un linguaggio privo di inopportuni ingorghi descrittivi, offre un'immagine non stereotipata del mondo contadino calabrese attraverso la storia di Angelo, adolescente ribelle, teso a difendere la propria dignità e quella dei suoi più miti familiari, contro le prepotenze perpetrate contro di loro da compare Bruno, un arrogante "capo anta", pronto ad impartire ordini animato dalla convinzione di detenere una posizione di superiorità sui coloni. Un simile contegno, mal tollerato dal protagonista, aziona l'avvincente macchina narrativa, che parte dal rifiuto opposto dal ragazzo di assecondare le intemperanze di Bruno, per compiere un viaggio volto a conquistare spazi sempre maggiori di autonomia, laddove i grandi eventi della Storia ufficiale si intrecciano con la quotidianità vissuta dal giovane e da alcuni suoi amici, chiamati a confrontarsi con complesse e suggestive trame di un percorso esistenziale di formazione, dagli esiti sorprendenti.